lunedì 30 gennaio 2017

L’ infanzia vissuta fra due musei: “Cortile Platamone” e “Museo Casa Vaccarini”.



Chi l’avrebbe detto! aver vissuto l’ infanzia fra due musei: la scuola elementare, oggi “Cortile Platamone”  e la casa dei miei nonni, oggi “Museo Casa Vaccarini” già abitazione dall’Abate Vaccarini; l’architetto chiamato per la ricostruzione della città di Catania distrutta dal terremoto del 1693. Forse non a caso i miei nonni e il mio bisnonno Rosario Borromeo hanno abitato la casa dell’Abate Vaccarini, essendo loro discendenti dal casato del Cardinale San Carlo Borromero. 
Ricordando quella casa mi viene in mente di come d’inverno col freddo, con i nonni ci si riscaldava tutti intorno alla “conca”, il braciere che si utilizzava all’epoca per il riscaldamento dell’ambiente, sostituito oggi dalle moderne pompe di calore.

Catania - "Museo Casa Vaccarini"

Catania - "Cortile Platamone"

lunedì 8 marzo 2010

Poesia per l' 8 Marzo - Festa della Donna


A Voi donne che ogni dì
v'impegnate a dimostrar
di riuscire tutti i ruoli
ancor meglio a professar

che di madri,mogli e figlie
senza mai panni svestir
ne recessi o titubanze
ne l'incarico rinnegar

se or mimosa
non s'ha da far mancar
ringrazi e sproni
son da sollecitar

che s'abbia sì
con Voi a tracciar
più rette vie
che noi valenti sol' inarcar


(Ignazio Gaetano Saglimbene)

lunedì 21 dicembre 2009

Sogni e desideri



Quel che ognun di noi sogna
è sol ciò che ancor non ha
Chi senza spasimar
ancorchè
quei sogni incarna
s'angoscia et brama
per quel che tu
senza penar
nella vita quietamente
vedesti concretar

(Ignazio Gaetano Saglimbene)

mercoledì 22 aprile 2009

Medico statunitense: "Ho clonato embrioni umani"


Medico statunitense: "Ho clonato embrioni umani"
Questa è la news, che ad onor del vero, senza meraviglia, leggo su “Il tempo.it” del 22/04/2009:


Ci risiamo, il romanzo “Insidiòsus Decurrere” (Evoluzione pericolosa), si avvicina ancora sempre di più alla realtà, ovvero la realtà si avvicina ancora sempre di più al romanzo “Insidiòsus Decurrere”.
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Nel suddetto articolo, fra l’altro leggiamo che:
“““Il Dr. Panayiotis Zavos, medico statunitense, sostiene di aver clonato 14 esseri umani e di averne trasferiti 11 nel grembo di quattro donne disposte a mettere al mondo bebè clonati.
…Zavos ha anche rivelato di aver creato un embrione umano clonato da tre persone morte, tra cui una bimba di 10 anni - Cady - morta in un incidente stradale (un esperimento realizzato su richiesta dei parenti stravolti dal dolore e che volevano ricreare cloni dei loro amati). In questo caso, Zavos ha fuso cellule prese dai cadaveri non con ovuli di esseri umani, ma con ovuli prelevati da mucche a cui era stato estratto il materiale genetico; una procedura che gli ha permesso di creare un modello ibrido animale-umano, che gli ha consentito di studiare il procedimento di clonazione umana.
…Zavos ha assicurato che non era sua intenzione trasferire nessuno di questi embrioni nel grembo femminile, per quanto la madre di Cady gli avesse detto che era disponibile se ci fosse stata anche una sola speranza di riportare in vita la bimba. "Non trasferirei mai questi embrioni. Non lo abbiamo fatto per trasferire questi embrioni: questo modello ibrido è il processo che ci ha salvato, un modello creato perchè potessimo imparare. Prima si realizza il modello e poi si arriva all'obiettivo. Non volevamo fare esperimenti con embrioni umani e questo è il motivo per cui abbiamo sviluppato un modello ibrido".
In ogni caso, cellule dell'"embrione" di Cady potrebbero un giorno essere estratte dal modello ibrido congelato e fuse con un ovulo umano svuotato del materiale genetico; e questo duplice processo di clonazione potrebbe produrre un embrione umano che, secondo Zavos, potrebbe essere trasferito in un grembo per creare il clone della piccola Cady”””.
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Nel romanzo “Insidiòsus Decurrere”, al capitolo primo intitolato: “Homo Insiticius” (ibrido umano), si racconta fra l’altro di tale Prof. Gabriel Gomes, (nome di fantasia con ogni accostamento puramente casuale) il quale effettuava esperimenti sulla clonazione di embrioni umani, che portavano alla formazione di un umanoide da lui chiamato: “Ibrid’homo”, impiantato nell’utero di una scimmia e creato mescolando i geni del DNA embrionale umano, con quelli di vari tipi di animali, per far acquisire all’umanoide altri organi, forme, sensi e atteggiamenti vari, tanto da far sì che all’ “Ibrid’Homo” crescessero ali (con geni di DNA dei volatili), branche (con geni di DNA di pesci), senso radar (con geni di DNA di pipistrelli), mansuetudine e fedeltà (con geni di DNA di pecore).

Il romanzo segue i suoi risvolti imprevedibili e fantasiosi.
Nella realtà cosa seguirà?
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.....e nella realtà continuano con gli esperimenti


Da Tgcom24 Salute

Creato il primo embrione "ibrido" uomo-maiale: una nuova speranza per i trapianti

Gli scienziati hanno iniettato cellule staminali umane in un embrione suino, poi impiantato nellʼutero di una scrofa per permettergli di crescere...

http://www.tgcom24.mediaset.it/salute/creato-il-primo-embrione-ibrido-uomo-maiale-una-nuova-speranza-per-i-trapianti_3053613-201702a.shtml

 



lunedì 12 gennaio 2009

Poesia "Sarìa Fratellanza"


S'ha d'accader sì
che demoni
da viscere dalla terra
han da uscìr

Senza distinzion'alcun
sian da che sian
tentin seco
l'anime tutte risucchiar

Allor sì ch'io pur
com'anco i resti
sentiment'alcun provar
ca l'un dall'altri
divider o allontanar pote

Sarìa fratellanza
por gl'inferi sfuggir

Piacevol pensar che un dì
senz'adito a timor
verificar s'aver
che s'abbia egual sentir

Sarìa sì fratellanza allor
senz'inferi però a sfuggir


(Ignazio Gaetano Saglimbene)

giovedì 13 novembre 2008

Dal buio all'abbagliar del Sol


Del buio n'aver timor
tramonti et declini
altri non sà che sia
d'anticamere et preludi d'albe
et seppur lenta
l'auror sovente appar
mai lasciar sfiducia sopraffar
sì che quando men t'aspetti
pupille tue
che inizio di ner ciecavan
in fin dall'abbagliar del sol
soavemente dirai brillavan

(Ignazio Gaetano Saglimbene)

sabato 10 novembre 2007

6.000 decessi l'anno a causa di incidenti stradali.



Lettera e Postato a B.G. :


Scusate se è fuori tema, ma 6.000 mi sembrano tanti… troppi!

6.000 decessi l’anno a causa di incidenti stradali.

Fra le tante petizioni pienamente condivisibili, è possibile inserire una proposta di legge per far “tarare” il limite massimo di Km/h 130 ai veicoli circolanti sulle strade pubbliche? (il limite di 150 km/h pur essendo previsto dalla legge in particolari autostrade, sino ad oggi non è stato adottato da nessun gestore autostradale), e di far istallare nei centri urbani, dei “limitatori” di velocità che interagiscano con le centraline dei veicoli, limitandone le velocità secondo le esigenze di sicurezza della circolazione stradale?

Le statistiche del 2003, affermano che ogni giorno in Italia si verificano in media 617 incidenti stradali, che causano la morte di 16 persone e il ferimento di altre 874.

http://www.istat.it/salastampa/comunicati/non_calendario/20041112_00/testointegrale.pdf

Nel complesso, nell'anno 2003 sono stati rilevati oltre 225 mila incidenti stradali, per i quali sono morte 6 mila persone, mentre altre 320 mila hanno subito lesioni di diversa gravità.

Dagli accertamenti risulta che la percentuale del 95 % delle cause, è imputabile al comportamento scorretto del conducente alla guida dei veicoli coinvolti.

Fermo restando il fatto che bisogna scoraggiare i giovani ad assumere sostanze che alterano l’effetto psico-fisico, soprattutto a quelli che debbono mettersi alla guida di veicoli, occorre non tralasciare che ci sono altre cause che provocano i decessi negli incidenti stradali, fra le quali, l’elevata velocità, che è al terzo posto fra i comportamenti scorretti tenuti alla guida dei veicoli.

Considerando che risultano del tutto disattesi e quindi inutili i cartelli stradali che indicano i limiti di velocità, bisognerebbe adottare un’altra strategia per non continuare ad avere ogni anno 6.000 morti in incidenti stradali.

Occorrerebbe che i veicoli messi in circolazione sulle strade pubbliche, non arrivassero a superare anche i 300 Km/h, così com’è attualmente permesso, ma fossero “tarate” quantomeno per il limite massimo legalmente consentito e, poiché il 75 % degli incidenti si verifica nelle strade urbane dove il numero dei decessi è oltre il 40 % del totale, le fabbriche di veicoli, invece di costruire mezzi che vadano sempre più veloci, con le tecnologie moderne potrebbero trovare anche un sistema che faccia interagire le centraline dei veicoli, con dei “limitatori” da istallare nei centri urbani, che ne regolino la massima velocità che la sicurezza della viabilità locale, da strada a strada e di volta in volta, impone. (Magari posizionando i limitatori, in alternativa o affiancando le telecamere già istallate nei punti strategici).

Nel frattempo, per tutti coloro che volessero provare l’ebbrezza della velocità, le fabbriche di veicoli, patrocinate dai Comuni, potrebbero incentivare l’apertura di circuiti automobilistici, per farli correre all’interno, nella massima sicurezza per tutti.

Purtroppo, anche questa forse è un’altra “utopia”. Questa proposta si scontra con tanti interessi, ad iniziare dalle Fabbriche Automobilistiche che si fanno concorrenza costruendo veicoli sempre più veloci, per finire agli Enti Locali, che con le telecamere posizionate in punti strategici, stanno impinguando le proprie casse.

Allora non rimane altro che sperare che fra quelle 6.000 morti l’anno, un giorno non ci troviamo anche il nome dei nostri cari.....

www.ignaziosaglimbene.blogspot.com